Tisma: “Giants nell’élite del football grazie alla programmazione”

Il football americano si basa fondamentalmente sulle storie. Storie di squadre e di personaggi leggendari. Uno di questi è, senza alcun dubbio, Argeo Tisma, 71 anni da compiere, gran parte dei quali passati su una side line o, più in generale, tra caschi e armature. Cuore e anima dei Giants Bolzano, oltre che Presidente e Head Coach dei Giganti, Tisma va a caccia del terzo Italian Bowl degli ultimi quattro anni. Ma, prima di approdare alla finalissima di Sesto San Giovanni del prossimo 6 luglio, c’è da superare l’ostacolo rappresentato dai Guelfi Firenze.

STAGIONE INTENSA

Presidente è stato un anno intenso per i Giants terminato al secondo posto con un record di 6-2.
“Ritengo senz’altro che questa sia stata una buona stagione: esserci qualificati direttamente per le semifinali con due giornate di anticipo rispetto alla fine della regular season ci ha permesso di pianificare i programmi della squadra per il prosieguo, con la possibilità di recuperare qualche giocatore infortunato, far provare i più giovani e sostituire l’ import (Joshua Cox)”.

Una stagione che, inevitabilmente passa dal grande rammarico per la sconfitta in finale di CEFL contro i Moscow Spartans. “C’è grande rammarico, inutile nasconderlo. Al di là della prestazione mediocre dell’attacco ed una buona difesa, abbiamo subito fondamentalmente un solo TD, la Coppa doveva essere nostra per 14 a 10.  L’errore arbitrale che da una SAFETY l’ha trasformata in TD e stato determinante, resta il fatto che abbiamo giocato veramente sottotono. Onore alla formazione russa”.

OSTACOLO GUELFI

Domenica pomeriggio, in semifinale, affrontate i Guelfi Firenze che ha, forse, uno degli import più forti mai arrivati in Italia, Silas Nacita: come si può fermare un fenomeno del genere?
“Riconoscendo il valore sia della squadra che quello di Nacita,  preparando di conseguenza la partita consapevoli della loro forza e delle loro capacità. Li abbiamo già battuti in regular seasaon, vuole dire che si può fare, ci proveremo di nuovo”.

GAHFER vs NACITA

Sarà una bella sfida con Austin Gahfer: saranno loro l’ago della bilancia?
“Certo Gahafer è veramente un QB di livello, ma è anche vero che lo abbiamo messo in condizione di giocare circondato da buona batteria di ricevitori. Nacita, comunque, avrà bisogno del sostegno della squadra, nel football da soli non si vince”.

Oltre al fenomenale QB viola, quali altre insidie può rappresentare Firenze che avete battuto in campionato per 36-32?
“Potrebbero essere dei giochi da formazioni che raramente si vedono nei nostri campi: questa potrebbe essere una variabile in grado di fare la differenza”.

GIANTS NELL’ ÉLITE

I Giants Bolzano

Negli ultimi 14 anni 8 semifinali e 4 italian bowl: i Giants sono ormai in pianta stabile, da oltre un decennio, nell’élite del football italiano.
“È verissimo, i dati dicono questo. Questi risultati nascono da una seria preparazione, da una rosa di giocatori ben costruiti sia atleticamente che tecnicamente e da una conduzione tecnica attenta. Speriamo di continuare a occupare quelle posizioni, anche se negli anni questo diventa sempre più difficile”.

Lei ricopre il doppio ruolo, delicatissimo, di Presidente e Head Coach: immaginiamo sia complesso coniugare le due figure.
“Presidente con molta fatica, sapendo le difficoltà continue per continuare a esistere come realtà. Come Head Coach, l’esperienza aiuta molto, l’importante è che quando si è in campo bisogna dimenticarsi di essere il Presidente e fuori dal campo invece dimenticarsi di essere un coach. Tutto questo per il bene della squadra vedendo, a seconda del momento e del ruolo che si ricopre, la situazione con altri occhi e pensieri.

FUTURO DEL FOOTBALL

Presidente Tisma lei è una leggenda di questo sport: ci può dire quanto dove sta andando, secondo lei, il football americano italiano? Quanto ci vorrà per rivedere una Prima Divisione a 12 magari 14 squadre?
“Non sono un indovino ma, come sapete, è sempre una questione di possibilità economiche: la Prima Divisione ha un costo relativamente alto, dovuto certamente dagli stranieri, coach stranieri e da spese di trasporti per eventuali giocatori italiani di livello provenienti da altre città.

D’altronde se giochi in Prima Divisione devi organizzarti, come fanno le altre squadre altrimenti giochi sapendo di non avere chance e non puoi partecipare sapendo già che perderai, una speranza la devi sempre avere. Così ci si attrezza e i costi volano. Il football americano è spettacolo, e gli import statunitensi ci danno una mano affinché esso sia di livello assoluto. Lo affermate anche voi domandandomi del duello tra Gahafer e di Nacita e non dei ragazzi italiani.

La promozione della nostra disciplina è un altro punto importante: per trovare la parte economica necessaria, quando ti presenti devi essere conosciuto ed attrattivo, altrimenti i mezzi economici li trovi solo da amici e ciò non basta.

Comunque, con piacere, ho visto molte nuove realtà nelle altre divisioni e nelle giovanili giocatori di livello già buoni. Questo potrà essere la base di crescita di squadre in Prima Divisione ma, ovviamente, dipenderà da quanto lavoreremo nella crescita di quest’ultimi e, soprattutto, riuscire a non perderli quando arriveranno alle porte dei campionati maggiori. Qualche anno ci vorrà, spero sia presto”.