Giulia Fanella: “Il football americano, un amore a prima vista”

Giulia Fanella, quarterback della Nazionale Italiana, ci racconta, a microfoni spenti, che è timida, molto timida. Non fatichiamo a crederlo perché molto spesso, nello sport come nella vita, è proprio chi è più timido a tirar fuori grinta e carattere come nessun altro. Insieme a questi tratti ce ne è un altro che si ha dentro: la leadership innata.

DAL PARQUET ALLA SIDELINE

Se si passa dall’essere playmaker nel basket, il primo amore, a quarterback nel football americano, un colpo di fulmine, non può essere un caso. “La mia avventura nel football è iniziata circa otto anni fa” esordisce Giulia, “e dopo una vita nel basket ho iniziato, come tutti i cestisti importati, come wide receiver per poi passare al ruolo di QB. Il passaggio tra i due ruoli è stato un po’ traumatico perché dal ricevere al passare un pallone c’è un universo di differenza. È altresì vero che mi sono abbastanza ritrovata visto il mio passato da play sul parquet. È un continuo migliorarsi e cercare di alzare il proprio livello ma è una sfida che mi stimola e mi emoziona”.

PRO E CONTRO

Uno sport come il football ha ovviamente pro e contro: “Beh la nostra disciplina è sacrificio, passione, fratellanza: è, complessivamente, tantissima roba. Non è un caso che abbia scelto questo sport rispetto del basket. Un giocatore di football lo è anche fuori dal campo ed è probabilmente la parte più bella del tutto. Ovviamente i contro sono rappresentati dagli infortuni ma quando scendi in campo sai bene a cosa vai incontro”.

LO SPORT È UNO SOLO

In Italia c’è sicuramente un pregiudizio verso le ragazze che praticano certi sport (calcio, rugby, football americano): “Mai come negli ultimi anni si sta parlando di sport in ambito femminile. Va detto che il risultato ottenuto dalle ragazze nell’ultimo Mondiale di calcio ha aumentato notevolmente questo interesse: colgo l’occasione per complimentarmi con loro. Ritengo che il periodo di chiusura stia finendo: il miglior modo per affrontare queste situazioni è la perseveranza e non mollare mai. Sapere che ci sono tanti uomini che ci sostengono, che fanno il tifo per noi è una grande vittoria. Sono fermamente convinta di una cosa: non esistono sport da uomini o da donne. Lo sport è un diritto di tutti”.

ORGOGLIO NAZIONALE

Giulia Fanella in Nazionale

In mezzo a queste “battaglie” c’è l’onere e l’onore di rappresentare l’Italia: “Questa è una domandona. L’onere che si ha nei confronti di questa maglia è proporzionato all’onore che si prova nell’indossarla. È un’emozione indescrivibile: al solo parlare di Nazionale mi trema la voce. Rappresenteremo l’Italia nella prima trasferta internazionale in assoluto (le azzurre giocheranno domani contro la Spagna con diretta streaming dell’evento) e lo faremo al massimo delle nostre possibilità. Giocando sempre l’una per l’altra, non mollando mai”.

NUOVA FASE

Una squadra, quella del tackle femminile, che sta andando verso una nuova fase: “Assolutamente sì. Credo che il primo ciclo, quello della fase sperimentale, si sta chiudendo: la squadra c’è, il coaching staff è di altissimo livello, abbiamo tantissime ragazze giovani. Ovviamente di lavoro da fare ce ne è sempre tanto ma siamo sulla strada giusta”.

In questo ritiro siete tre QB: oltre a te Beatrice Carminati (Seamen) e Cristina De Carlo (Pirates). Una sana competizione interna: “Tra me Bea e Cris c’è rispetto e collaborazione. La competizione è sana e produttiva: c’è un confronto continuo che può far solo bene alla squadra. Non vedo l’ora di scendere in campo e di condividere con loro questa esperienza”.

IDOLO MJ

Un’esperienza che vivrai con indosso un numero particolare: “Questo è un piccolo retaggio del basket. Ho sempre giocato con il numero 23 per il mio immenso amore verso Michael Jordan, semplicemente il più forte di tutti i tempi. Quando ho iniziato a giocare a football non era libero e così ho optato per il numero 32”.

PRESENTE E FUTURO

Un football che lo scorso anno ti ha portata in Francia a giocare con le Argonauts: “Il campionato francese è stata un’esperienza bellissima. Sono felice e orgogliosa di aver diviso il campo con delle ragazze fantastiche. C’è una netta differenza perché loro giocano già a nove è quindi è una dimensione completamente diversa. Loro sono sempre state carine, disponibili anche se io non parlavo mezza parola di francese. Ma poi, grazie al football, il modo di comunicare si trova facilmente”.

Quindi per Giulia Fanella un futuro in Francia, in Italia oppure… : “Intanto affrontiamo questo match storico e importantissimo con la Spagna. Poi, a settembre, valuteremo bene il da farsi”.