Sci, Fucsia e la Rossa! Carlo Vanzini si racconta

Domenica si corre in Bahrain la seconda prova del Mondiale 2019 di Formula 1. La stagione che verrà, i possibili outsider, il futuro delle monoposto e tante curiosità. Ne parliamo con Carlo Vanzini, giornalista e telecronista della Formula 1 per Sky.

Carlo Vanzini si definirebbe un outsider? Un discreto atleta dello sci che diventa giornalista di successo e volto fra i più amati dello sport in tv.

Non mi sono mai considerato un outsider, anche quando sapevo di non poter vincere. Si parte sempre per raggiungere la vittoria, se non ci si riesce permane la consapevolezza di aver fatto di tutto per provarci. Piuttosto mi definirei cocciuto, capace e fortunato. Cocciuto perché ho sempre cercato di fare cose belle nella vita, capace perché credo che nessuno ti regali niente se non hai delle capacità e fortunato a trovarmi in alcune occasioni nel posto giusto al momento giusto. Esser stato un atleta mi ha portato a vivere per obiettivi e, di conseguenza, cercare di raggiungerli.

La celebre frase “Fucsia!!!” è oramai un suo segno distintivo. Quali sfumature di fucsia nota tra la velocità sugli sci e quella su una monoposto di F1?

Fucsia è stato lì da sempre, anche quando facevo la radio. È diventato “virale” perché gli amici che ci seguono l’hanno associato alle rinate prestazioni della Ferrari. So cosa vuol dire andare forte sugli sci e quali sensazioni si provano quando si toccano i 130-140 km/h. Senti gli sci che quasi galleggiano, come se si formasse un cuscino d’aria tra la neve e la soletta. In pista ho provato anche ad andare forte in macchina, non con una F1, ma la sensazione è diversa: pensi di più e ti devi affidare maggiormente al mezzo che hai a disposizione. Le traiettorie sono identiche e di fatto anche il modo per andare forte. Gli sci non hanno un motore, devi ridurre gli attriti e raddrizzare quanto prima le curve. In macchina il discorso è simile, raddrizzare prima possibile per andare quanto prima sul gas. In questo momento, lo sci è più pericoloso!

Il Mondiale di F1 è appena iniziato. Bottas, Verstappen, Leclerc: tra questi tre nomi abbiamo l’outsider per il titolo iridato? E nel “Mondiale degli altri” la sorpresa può essere l’Alfa Romeo di Kimi Raikkonen?

E’ presto per dirlo e al momento sono tutti e tre candidati al ruolo di protagonista. Ad oggi nel mix uomo-macchina Bottas e Leclerc hanno il potenziale maggiore. Honda deve dare ancora qualche cavallo in più al motore della Red Bull di Verstappen, ma se lavorerà bene potrà essere della partita. Alfa Romeo, Haas, Renault, Racing Point, Toro Rosso e Mclaren sono in un gruppo di mischia entusiasmante. Dispiace per i tanti problemi Williams, che farà una stagione a parte.

Sci, Fucsia e la Rossa! Carlo Vanzini si racconta

Il fedelissimo pubblico della Rossa © Foto Pixabay

 

OutsiderSport ama raccontare storie di sport. Una di queste tira dritto verso Maranello. Da uno Schumacher all’altro, Mick un giorno vestirà in rosso?

Lo sta già facendo con l’Academy e con i test con la Ferrari. È chiaro che il cognome è ingombrante, ma anche un chiavistello per l’olimpo. Sarebbe quasi meglio se corresse in F2 con un altro cognome come faceva da piccolo sui kart. In questo modo verrebbe valutato a prescindere dal papà e i suoi innumerevoli successi. Il potenziale è interessante e la strada spianata, ma seguiamolo passo dopo passo.

La F1 non è esente anche da critiche. Regolamenti stringenti, circuiti cittadini, ingegneri troppo protagonisti. Ci aspettano campionati che si vinceranno sempre più ai box?

Sì, più si cercano sviluppi e prestazioni in un recinto regolamentare e più il lavoro della sofisticazione sarà importante. Il problema è che gli appassionati non lo percepiscono e risulta anche difficile da spiegare. Pesi delle componenti, nanotecnologie, stampanti 3D; la gente ti chiede se sta guardando la F1 o una lezione di ingegneria! La soluzione sarebbe correre con macchine e motori tutti uguali, ma chiaramente ciò non è possibile. Nel 2008 si raggiunse un ottimo compromesso con motori congelati e la differenza fatta dai dettagli. Non a caso ci sono stati più vincitori e più leader del mondiale. Io personalmente sarei per una drastica riduzione degli ingegneri e per la totale eliminazione delle comunicazioni box-pilota. Se c’è un problema si deve fermare in pit lane.

Nel frattempo irrompe la Formula E. Il futuro è l’elettrico?
Il presente è già elettrico o quasi. LA F1 è ibrida con un motore elettrico avanti 10-15 anni rispetto a quelli prodotti di serie. Al momento la Formula E non mi appassiona; non ne capisco il senso quando hai già una F1 ibrida. Vedo però tanto marketing e un’ottima organizzazione. Mi piace che si corra nei centri delle città, ma le corse automobilistiche sono un’altra cosa. Circuiti, curve veloci etc etc… Però il futuro è già qui.

I social raccontano la nostra vita giorno dopo giorno. Lei non ha mai nascosto l’amore per la sua famiglia. Quanto è difficile girare il mondo e stare lontani da casa anche due o tre settimane consecutive?
È una delle poche cose per le quali penso “ma chi me lo fa fare”, soprattutto quando devo partire. Ma sono i primi a spingermi a farlo, a non mollare quando ho pensato di dire basta. Evidentemente non mi vogliono tra i piedi ahah…Scherzi a parte, ho una famiglia fantastica e siamo molto uniti soprattutto grazie a mia moglie Cristina, che anche lei ha il suo da fare con il telegiornale de La7. Fin dalla nascita del nostro primogenito abbiamo deciso di ridurre il più possibile il fatto di appoggiarci a tate o nonni, per passare più tempo possibile con i figli. Questione di organizzazione, se puoi affidarti a “terzi” trascorri troppo tempo al lavoro, anche più del necessario.

Concludiamo con il vostro team Sky. Da Genè e Villeneuve agli amatissimi Federica Masolin, Davide Valsecchi e Mara Sangiorgio, passando per le analisi tecniche di Matteo Bobbi e l’esperienza di Roberto Chinchero. Infine il lavoro dietro le quinte di tecnici e operatori. Anche questa volta è la forza del gruppo a fare la differenza…

Credo che ognuno di noi sia come un pezzo di puzzle. Siamo tutti molto diversi, ma alla fine messi insieme facciamo un bel quadretto. È una squadra costruita in tanti anni e sono fiero di esserne il responsabile. Ci divertiamo e discutiamo, con l’obiettivo di prendere per mano i nostri abbonati e portarli in pista con noi. Raccontiamo la nostra passione a degli amici che ci fanno continue domande e il gioco è fatto.

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