Generale Parrinello: “Lo sport mezzo per arrivare ai giovani”

Il Generale Vincenzo Parrinello, Comandante del Gruppo Polisportivo Fiamme Gialle, potrebbe parlare di sport per ore. E si potrebbe ascoltarlo per ore tante sono le storie, gli aneddoti, che il Generale potrebbe raccontare.

“Sono nelle Fiamme Gialle dal 1985” esordisce Parrinello aprendo il personale album dei ricordi. “Iniziai occupandomi solo dell’atletica leggera: quindi nel 2020 festeggerò i 35 anni di attività. Va detto però che, non solo per le Fiamme Gialle ma per tutti i Gruppi Militari Sportivi, la svolta avvenne nel 1996 con le Olimpiadi di Atlanta.

L’Italia ottenne 35 medaglia di cui otto grazie alla Guardia di Finanza: da quel momento c’è stata una escalation da parte dei nostri atleti, sia in termini quantitativi che qualitativi. Per dare un’idea: le Fiamme Gialle, se si esclude una sola edizione dei Giochi, è stato il gruppo sportivo che ha sempre portato più atleti alle Olimpiadi.

Ovviamente a questi importanti dati numerici devono corrispondere i risultati. Facciamo due rapidi esempi: nel 1996, ad Atlanta, feci una dichiarazione in cui affermai che se le Fiamme Gialle avessero partecipato come una Nazione a sé stante si sarebbero piazzate tra le prime 15 mentre, facendo un bel salto temporale, a Pyeongchang, cinque delle dieci medaglie conquistate dall’Italia, appartengono ai nostri ragazzi.

In particolare gli ori di Sofia Goggia e quello di Arianna Fontana. A questo si aggiunge la grande crescita del settore paralimpico. Si è creata una sinergia tra le varie componenti: Fiamme Gialle, Federazioni e Coni. Questo non vuol dire essere solo accondiscendenti ma il confronto e il rispetto delle varie parti e dei vari ruoli ci ha portato a ottenere determinati risultati”.

GENERAZIONE ROSA

Lei ci ha nominato Sofia Goggia e Arianna Fontana. Le Fiamme Gialle hanno aperto alle ragazze solo nel 2001. Oggi si può dire che lo sport azzurro stia vivendo un momento rosa? “Senza alcun dubbio. Le donne si fanno rispettare in campo: la realtà è questa. Dobbiamo però tenere bene a mente un dato: Tania Cagnotto, Dorothea Wierer, Alessia Trost, le già nominate Goggia e Fontana, sono solo la punta dell’iceberg di un movimento enorme che ha nel settore giovanile un bacino d’utenza incredibile”.

SPORT INCLUSIVO

Il Generale Vincenzo Parrinello

Oltre allo sport di alto livello, un’attenzione particolare la Guardia di Finanza la riserva all’aspetto sociale della pratica sportiva: “Negli ultimi dieci anni abbiamo cercato di interpretare un nuovo modello di Gruppo Sportivo militare: un Gruppo rivolto all’attività agonistica di alto livello ma, allo stesso tempo, dobbiamo essere cittadini del mondo dello sport a 360 gradi.

Significa una attività promozionale con i nostri ragazzi (quelli tra i 12 e i 17 anni sono circa 700); un rapporto stretto con il mondo scolastico con progetti di vario genere. Insieme alla Regione Lombardia abbiamo realizzato un progetto “Sport e legalità: la scuola in cattedra” realizzando dei campus che hanno ospitato situazioni particolarmente delicate. Diciamo che vogliamo essere un Gruppo Sportivo che partecipi alla vita del cittadino tutti i giorni”.

Inutile negarlo spesso c’è diffidenza quando si parla di Gruppi Militari sportivi, soprattutto tra i giovani: “È verissimo, non dobbiamo nascondere la testa sotto la sabbia. I campus sono stati un’esperienza illuminante perché è stato utilizzato lo sport per entrare in contatto diretto con i ragazzi.

Qualsiasi ragazzo che si trovi davanti qualcuno il quale gli parla di legalità è portato a chiudersi, a difendersi o a non prestare attenzione. Se invece gli stessi messaggi invece di essere passati in maniera stereotipata arrivano attraverso atleti o tecnici che si confrontano con loro, allora si colpisce nel segno.

Lo sport serve per scalfire questo muro di diffidenza. Ci sono stati dei ragazzi i quali, senza che nessuno glie lo avesse chiesto, hanno scritto delle lettere che hanno fatto commuovere tutti. Questa è la dimostrazione lampante di come lo sport possa arrivare lì dove tante altre iniziative, soprattutto a favore dei giovani, non riescono”.

ANNO PREOLIMPICO

Tornando allo sport di alto livello, questo è un anno preolimpico che si prospetta molto intenso: “Non mi chiedete pronostici perché non li farei neanche sotto tortura. Scherzi a parte, ritengo che stiamo vivendo un periodo di globalizzazione tecnica. Oggi molti tecnici si spostano e, così facendo, alla fisicità di alcuni Paesi si sposa la tecnica di questi allenatori.

Unendo questi due elementi appare chiaro come il livello di competitività si sia alzato enormemente. Faccio un esempio pratico: se anni fa mi avessero detto che l’Iran, oggi ottava potenza al mondo, sarebbe diventata una delle nazioni leader della pallavolo, avrei sorriso. Invece grazie a un processo iniziato con Julio Velasco, oggi la nazionale asiatica è una compagine temuta da tutti. Questo per dire che sia qualificarsi per i Giochi olimpici che poi centrare una medaglia è diventato estremamente più complesso”.

SUPER SOFIA

In tutti questi anni Generale Parrinello c’è stato un Outsider che ha incrociato la sua strada: “Vivendo lo sport 24 ore al giorno è difficile che non si riescano a intuire le potenzialità di un atleta. Detto questo, però, se debbo pensare a una storia incredibile, non posso non citare l’impresa di Sofia Goggia che, a ottobre, ha subito un intervento per la frattura del malleolo e, a gennaio, è tornata a vincere una prova di Coppa del Mondo.

La dimostrazione di forza di una ragazza tostissima che ha superato, in tempi brevissimi, delle barriere, fisiche e psicologiche, che emergono all’indomani di un infortunio”.